Meccanismi alla base della mancanza di effetto della terapia con defibrillatore impiantabile sulla mortalità nei pazienti ad alto rischio con recente infarto del miocardio
Nonostante la più bassa mortalità correlata a defibrillatore cardioverter impiantabile in pazienti stabili con bassa frazione di eiezione dopo infarto del miocardio, gli studi clinici randomizzati su defibrillatore cardioverter impiantabile versus soggetti di controlli sottoposti a impianto subito dopo l'infarto miocardico non hanno mostrato benefici in termini di mortalità.
Lo studio DINAMIT ( Defibrillation in Acute Myocardial Infarction Trial ) ha valutato i possibili meccanismi alla base della mancanza di benefici sulla mortalità.
Pazienti con recente ( da 6 a 40 giorni ) infarto acuto del miocardio, disfunzione ventricolare sinistra ( frazione di eiezione inferiore a 35% ) e bassa variabilità della frequenza cardiaca sono stati randomizzati a defibrillatore cardioverter impiantabile ( n=311 ) o a terapia medica standard ( n=342 ).
Nell'analisi, i fattori che hanno aumentato il rischio di morte aritmica hanno accresciuto anche il rischio di mortalità non-aritmica.
Dopo aggiustamento per questi fattori, il trattamento con defibrillatore cardioverter impiantabile è risultato associato a una diminuzione del rischio di morte aritmica ( hazard ratio, HR=0.33 ), ma a un aumento nella mortalità non-aritmica ( HR=1.70 ).
Nell'analisi con aggiustamento per il tempo, inoltre, i pazienti del gruppo defibrillatore cardioverter impiantabile e appropriata terapia con questo dispositivo hanno mostrato un rischio annuale del 15.1% di mortalità rispetto al 5.2% dei pazienti con defibrillatore cardioverter impiantabile e senza terapia appropriata ( P minore di 0.001 ).
La riduzione della morte improvvisa nei pazienti con defibrillatore cardioverter impiantabile è risultata completamente compensata dall'aumento dei decessi non-aritmici, che sono risultati maggiori nei pazienti trattati con shock emessi dal defibrillatore impiantabile ( HR=6.0 ).
In conclusione, nei pazienti trattati con defibrillatore cardioverter impiantabile subito dopo infarto miocardico, i fattori associati ad aritmia che richiedono terapia con defibrillatore impiantabile sono anche associati a un alto rischio di morte non-improvvisa, cancellando il beneficio del defibrillatore impiantabile in questo tipo di condizioni. ( Xagena2010 )
Dorian P et al, Circulation 2010; 122: 2645-2652
Cardio2010
Indietro
Altri articoli
Impatto combinato dell’emicrania e dell’ipertensione indotta dalla gravidanza sul rischio a lungo termine di infarto miocardico prematuro e ictus
È noto che l’emicrania e l’ipertensione indotta dalla gravidanza ( PIH ) aumentino il rischio cardiovascolare. Tuttavia, l’evidenza è limitata...
Xagrid: rischio di trombosi incluso infarto cerebrale in caso di interruzione improvvisa del trattamento
L'Agenzia europea per i medicinali ( EMA ) e l’Agenzia Italiana del Farmaco ( AIFA ), hanno informato gli operatori...
L'infarto miocardico e la malattia infiammatoria sistemica aumentano il rischio di mortalità nei giovani adulti
I pazienti di età pari o inferiore a 50 anni che hanno sofferto di un infarto miocardico e hanno malattie...
Acido Linoleico plasmatico e dietetico e rischio a 3 anni di diabete di tipo 2 dopo infarto miocardico: un'analisi prospettica nella coorte Alpha Omega
E' stato studiato l'Acido Linoleico dietetico e le concentrazioni plasmatiche in relazione al rischio di diabete di tipo 2 nei...
Colesterolo LDL elevato e aumento del rischio di infarto miocardico e malattia cardiovascolare aterosclerotica in individui di età compresa tra 70 e 100 anni
I risultati di studi storici suggeriscono che un colesterolo LDL elevato non è associato a un aumento del rischio di...
Associazione tra terapia intravitreale anti-VEGF e rischio di ictus, infarto miocardico e morte nei pazienti con degenerazione maculare senile essudativa
Gli studi attuali che hanno valutato il rischio di ictus, infarto del miocardio e decesso nei pazienti sottoposti a terapia...
I fattori di rischio tradizionali potrebbero non spiegare l'aumento dell'incidenza di infarto del miocardio nella sclerosi multipla
È stato confrontato il rischio di infarto miocardico acuto incidente nella popolazione affetta da sclerosi multipla e una popolazione abbinata...
Infarto miocardico silente e rischio a lungo termine di insufficienza cardiaca
Sebbene l'infarto miocardico silente rappresenti circa la metà del numero totale di infarti miocardici, il rischio di insufficienza cardiaca tra...
Rischio maggiore di demenza vascolare nei pazienti sopravvissuti a infarto miocardico
L’aumento del rischio di demenza dopo infarto miocardico può essere mediato da fattori di rischio condivisi ( ad esempio, aterosclerosi...
La malattia infiammatoria intestinale correlata ad aumentato rischio di infarto miocardico
Uno studio ha dimostrato che i pazienti con malattia infiammatoria intestinale sono a maggior rischio di infarto miocardico. L'infiammazione cronica è...